
Ritratto d'artista: Robert Mapplethorpe
Robert Mapplethorpe è noto per i suoi ritratti e autoritratti in bianco e nero. Ha scattato la sua prima foto all’inizio degli anni ’70 con una macchina Polaroid. Da quel momento ha iniziato a fotografare per un’ampia cerchia di amici e conoscenti, tra cui artisti, compositori e celebrità. Questo segnò l’inizio della carriera di Mapplethorpe nella fotografia d’arte.
Negli anni Ottanta Robert Mapplethorpe si è concentrato su modelli di nudo maschile e femminile, delicate nature morte floreali e ritratti molto formali di artisti e celebrità. Ci si potrebbe chiedere perché fosse attratto dalla fotografia floreale per questi tre soggetti e quale attrazione sensuale esercitasse su di lui.
Il viaggio di Mapplethorpe verso la fotografia
Sebbene Mapplethorpe abbia esplorato diversi media, fu la fotografia a incantarlo. E i fiori, con la loro complessità, divennero il suo soggetto preferito. Ma perché?
Per Mapplethorpe i fiori non erano solo oggetti belli, ma esseri che emanavano sensualità. Attraverso il suo obiettivo, una semplice orchidea poteva irradiare la forza di un abbraccio appassionato.
Tecniche e innovazioni
L’uso di luci e ombre, unito a una meticolosa attenzione ai dettagli, contraddistingue la sua fotografia floreale. Non sono solo immagini, ma storie. I fiori nelle immagini di Mapplethorpe raccontano il desiderio, l’intimità e l’essenza della vita.


In un’immagine, l’elegante curva di un giglio risplende di purezza. Nell’immagine successiva, la profondità e la consistenza possono riflettere un intenso desiderio. È questa dualità che ha affascinato e talvolta sconvolto molti.
Controversie e associazioni
Con un’arte audace come quella di Mapplethorpe, le polemiche sono inevitabili. Mapplethorpe è stato probabilmente uno dei fotografi più controversi ma più grandi della scena omoerotica. Sebbene la sua fotografia comprenda un’ampia gamma di apprezzate nature morte vegetali raffiguranti tulipani, orchidee, papaveri, iris e gigli – tra cui la sua famosa composizione Calla Lily (1986, stampa d’argento, Museo Solomon R. Guggenheim, New York) – è noto soprattutto per i suoi controversi nudi maschili e altre fotografie della “scena leather” di New York. Alcuni considerano il suo lavoro profondo, altri provocatorio, al limite della pornografia o del razzismo – in particolare le sue opere dei primi anni Ottanta, che presentano rappresentazioni grafiche di immagini omoerotiche o sadomaso e la sua fascinazione per i corpi maschili neri nudi. Queste opere non sono mai state create con l’intenzione di creare un quadro politico o ideologico; egli ha semplicemente fotografato ciò che riteneva bello e ha trattato tutti i suoi soggetti allo stesso modo, indipendentemente da cosa fosse.
Il momento perfetto (tour della mostra personale del 1989)
Nel 1989, con la mostra itinerante “The Perfect Moment”, Mapplethorpe attirò l’attenzione nazionale sui temi del finanziamento pubblico delle arti, della censura e dell’oscenità. La mostra comprendeva fotografie tratte dal suo portfolio X, con immagini di urofagia, BDSM gay e un autoritratto con una frusta inserita nell’ano. La mostra è stata curata da Janet Kardon dell’Institute of Contemporary Art (ICA), che ha ricevuto una sovvenzione dal National Endowment for the Arts per sostenere l’esposizione di Mapplethorpe presso la Corcoran Gallery of Art. Tuttavia, la Corcoran Gallery of Art ha annullato la mostra e ha rescisso il contratto con l’ICA con la motivazione di non voler essere coinvolta nella questione politica, ma non si è risparmiata ed è stata coinvolta nella controversia.
Ci sono state altre controversie che hanno coinvolto la fotografia d’arte di Mapplethorpe, ma il tour della mostra personale del 1989 ha messo la parola fine alla vicenda.
Eredità e influenza sulla fotografia moderna
Anche dopo la sua morte, avvenuta nel 1989, l’influenza di Mapplethorpe sulla fotografia rimane palpabile. Mentre alcuni fotografi moderni si ispirano al suo stile, altri criticano la sua cruda sensualità. Ma il dibattito continua, rendendo il suo lavoro immortale.
Oggi, molti fotografi continuano ad essere attratti dalla sua miscela di arte e audacia, rendendo omaggio alla sua visione e facendo in modo che la magia che Mapplethorpe vedeva nei fiori non svanisca mai.
Fondazione Robert Mapplethorpe
Mapplethorpe è morto in un ospedale di Boston nel marzo 1989 a causa dell’HIV/AIDS.
Meno di un anno prima della sua morte, Mapplethorpe ha contribuito a creare la sua fondazione, la Robert Mapplethorpe Foundation Inc. La sua visione era che questa fondazione avrebbe protetto il suo lavoro, portato avanti la sua visione creativa e promosso le cause a cui teneva. Da allora, la Fondazione non solo ha agito come sua proprietà ufficiale e ha contribuito a promuovere il suo lavoro nel mondo, ma ha anche raccolto e donato milioni di dollari alla ricerca medica nella lotta contro l’AIDS e l’infezione da HIV.
Quindi, la prossima volta che guardate un fiore, pensate a Mapplethorpe e chiedetevi quali storie potrebbe raccontare quel fiore. Alla fine, proprio come la bellezza, l’arte è nelle sfumature, e nessuno lo sapeva meglio di Robert Mapplethorpe.
Crediti fotografici: © KunstLoft © Hena Das – Pexels © Ella Wei – Pexels © Dehbia Kouadria – Pexels